Il sogno di Andrea

 

 

Questa storia racconta del mio incontro con ragazzo di nome Andrea e della prima volta che ho messo piede in queste palazzine 26 anni fa. Fui chiamato da Tea Taramino a partecipare a un progetto di collaborazione fra artisti e disabili psichici. Scavo nella memoria di quei momenti. Rivedo il mio stupore per il grande parco, ricordo le stanze luminose, la gentilezza degli operatori, e ricordo Andrea.

 

 

Mi fu presentato un ragazzo alto e robusto e fummo presto lasciati soli. Lui aveva, così mi sembrava, grossi problemi di concentrazione e di gestione dell’emotività. C’erano tanti fogli di carta colorata sul grande tavolo davanti a noi. Gli piaceva lavorare con gli acquerelli ma se gli proponevo un colore lui lo usava per poco perché seguiva una sua idea. Dipingeva con un altro colore magari cambiando carta poi diceva qualcosa che facevo fatica a capire, si alzava, tornava a posto e ricominciava a dipingere. Si alzava di nuovo,, dipingeva qualcosa e così via. Difficile seguirlo, collaborare o comunicare. Ci vedemmo forse due volte, e alla fine della nostra collaborazione proposi a Andrea di ritagliare i suoi disegni per creare una specie di mosaico.

 

 

Non ho più saputo nulla di Andrea ma quando sono tornato nel grande parco per visitare Flashback il ricordo è riemerso. Tea Taramino in questi anni ha continuato il suo prezioso lavoro coi disabili psichici e organizzato mostre bellissime. Ha ritrovato Andrea, e lui ha accettato di collaborare di nuovo con me. Ci siamo incontrati in questa stanza, dove ha disegnato su grandi fogli che mi sono serviti a realizzare quest’opera. Andrea ha lavorato con pastelli a cera e pennarelli, io ho fatto il resto.

 

 

 

I suoi disegni si trasformano in sagome come fantasmi, testimonianze di presenze antiche. Le persone che sono passate da questi luoghi appaiono sul muro, come un sogno. Abbiamo di nuovo trovato un modo di stare insieme, abbiamo disegnato Il Sogno di Andrea.