L'uomo è la misura di tutte le cose di quelle che sono in quanto sono e di quelle che non sono in quanto non sono. Protagora
Io sono l’unità di misura. Il mondo ruota intorno a me: si deforma se mi sposto, si piega se mi giro, si capovolge se mi sdraio, si spegne se dormo. La mia stanza è lunga sei passi e alta quasi due carli. Il carlo è l’unità di misura della poltrona su cui siedo, dello schermo del computer, della piazza in cui abito, della città dove vivo. Della politica, dell’arte, della medicina, della religione. Chiudo gli occhi e tutto scompare.
E' difficile percepirsi come un tutt'uno. Dormo nel letto, porto a spasso il cane, lavoro in studio. Mi arrabbio e sono conciliante, puntuale e ritardatario, mi ricordo e dimentico, guardo e sono osservato. Ci vorrebbero più ritratti, oppure bisognerebbe apparire più volte nella stessa immagine.
Anche l’autoritratto porta alla moltiplicazione dei ruoli. Sono l’autore, il regista, lo sceneggiatore, il costumista, l’attore, il montatore e la postproduzione. Poi sono lo spettatore. Sto guardandomi. Dall’interiorità al mondo esterno, ogni soggetto diventa una performance.
Noi non siamo il nostro autoritratto, siamo molto di più.
2013-2020